venerdì 28 ottobre 2011

La prima automobile della piazza


La "Giardinetta"
Riesci ad immaginarti un quartiere, con larghi marciapiedi asfaltati, larghe strade, una grande rotonda dove si affacciavano case – tra le quali la mia – tutte con le facciate curve che seguono l’andamento della piazza,  senza una macchina parcheggiata e con pochissime macchine circolanti? Era una meraviglia, il quartiere era nostro. Passavano dalla piazza solo la filovia e qualche macchina e, soprattutto, nel tardo pomeriggio, rientravano dal lavoro i carri della Ditta Gondrand che faceva traslochi e trasporti. Erano grandi carri di legno senza bordi, trainati da un solo cavallo, enorme, con possenti zampe con ciuffi di crine sugli zoccoli. Il cocchiere sedeva davanti, sul bordo del carro e noi, quando li vedevamo arrivare, vuoti, correvamo per salirci sopra – tanto andava così adagio il cavallo, stanco dopo una giornata di lavoro…  Tutti i cocchieri ci conoscevano e solo quando si arrivava vicino al deposito proprio dietro casa mia (dove c’erano anche le stalle per i cavalli) il cocchiere con voce burbera faceva finta di arrabbiarsi e ci faceva scendere prima di entrare nel deposito. Bene, davanti al marciapiede di casa mia, sulla grande rotonda, a un certo punto apparve la “giardinetta” del papà della mia amica. Che festa il primo giorno! Ha caricato tutte le sue figlie, forse mancava l’ultima troppo piccola, tutta la nostra banda e ci ha portati a fare un giro.
Eravamo stipati in quella macchinetta, che però allora ci pareva grandissima, ed eravamo molto felici: per molti di noi era la prima volta che salivamo su una macchina! Stretti stretti (eravamo almeno una decina) un po’ meravigliati e un po’ intimoriti dalla velocità, ci lasciavamo sfuggire delle risate liberatorie e, come era contento il papà della mia amica! Lungo un Viale Zara tutto vuoto ad una velocità che non poteva superare i 60 chilometri all’ora, ci ha portati fino al campo volo di Bresso e ritorno. Un vero viaggio! Era proprio un bravo papà. Per molto tempo la giardinetta è stata l’unica macchina parcheggiata su quella piazza.
Curiosamente, quando mio padre, anni dopo,  acquistò la nostra prima macchina, una “seicento”, il viaggio inaugurale fu lo stesso e anche quello suscitò in me la stessa emozione.

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