mercoledì 26 ottobre 2011

"Nata a Mombello"


Ti ho già raccontato che sono nata alla Mangiagalli (c’è ancora, ed è uno degli ospedali con il più rinomato reparto di maternità di Milano) sotto i bombardamenti americani e inglesi su Milano. Il giorno seguente alla mia nascita, mi raccontava mio padre, caricarono mamme e bimbi appena nati sui tram (tutti coricati per terra su materassi appoggiati al pavimento, e ci portarono a Mombello, in Brianza ad una quindicina di chilometri da Milano. Mombello è sempre stato un paese famoso per il suo grande manicomio, tanto che dire, sei nato a Mombello o vai a Mombello era come dire: sei matto! E mio padre a lungo giocava su questi detti per dirmi: tu sei andata a Mombello appena nata! Come dire: sei proprio matta!
Cancellata di ingresso del vecchio manicomio
Però, quando non scherzava e mi raccontava la vicenda, non nascondeva che aveva avuto un certo qual timore nel vedermi dietro un vetro, piccola piccola, con tutti i “matti” che giravano per il manicomio. Ma tu lo sai cosa è un manicomio? Dal 1978  una legge chiamata Legge Basaglia, dal promotore della legge stressa, i manicomi non ci sono più. Erano un misto tra ospedale e prigione, dove venivano rinchiusi, anche per tutta la vita, quelle persone che venivano ritenute “matte”. Ma matto in rapporto a cosa? Si poteva essere ritenuti matti solo per essere anticonformisti, originali, creativi, insofferenti alle norme sociali del tempo.  Quanti personaggi di oggi, solo un secolo fa sarebbero stati ritenuti matti! Erano dei veri ghetti dove i medici, in perfetta buona fede, sperimentavano sui “malati” cure tremende, non essendoci allora le  conoscenze che ci sono oggi su alcune malattie. E’ vero, anche oggi ci sono molte persone antisociali, che non sanno vivere in modo autonomo nella nostra società, che vivono in un mondo tutto loro, staccati da tutti, in un isolamento impenetrabile. Alcuni di loro possono essere anche violenti e pericolosi, ma ora vengono curati nei normali ospedali o in case di cura specializzate.
Ora quel grande manicomio non c'è più e i suoi edifici, in mezzo al verde, sono ora utilizzati per altri servizi. Ci passo spesso vicino e sorrido ricordando quello che diceva mio padre. Ma vedendo le tracce delle rotaie del tram che ancora oggi si intavvedono non posso fare a meno di pensare a mia madre e a tutte le sofferenza che lei e tutte le persone come lei hanno dovuto subire a causa di quella lunga guerra...

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